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Intervista ad Antonella Tafanelli

Ciao Antonella, prima di tutto ti chiedo forse la cosa più difficile: raccontaci di te. Cosa fai?

Ciao Alessandra, non credo sia difficile parlare di sé. Io nella vita cerco di esserci sia per la famiglia e che per gli amici, ma soprattutto nel mio lavoro, che amo per il contatto con la gente. Sono segretaria contabile per una società di servizi immobiliari e catastali.

Cosa ti ha spinto a dire: ci provo anche io?

Devo essere sincera, sono stata spinta come per un salto nel buio dai miei amici più stretti, che mi hanno sempre spronato a scrivere credendo in me, fino al giorno in cui ho iniziato a crederci anche io.

"Un battito negli abissi" è il titolo del tuo libro, di cosa parla?

Il mio è un libro che nasce da un'attenta osservazione ai fatti di cronaca femminili del momento, che ci vengono serviti ogni giorno nei telegiornali. Come donna mi sono sentita molto chiamata in causa, essendo una persona molto sensibile, fin quando nella mia mente è nata una storia di speranza. Mi sono sentita in dovere di dimostrare la forza che può avere una donna nel sopportare, e soprattutto nel rinascere dopo essersi ribellata. Proprio per questo si chiama “Un battito negli abissi”, perché si può continuare a vivere anche quando tocchi il fondo, anche quando credi non ci sia un domani. Volevo che ogni donna potesse, attraverso questo libro, comprendere che si può avere sempre una seconda possibilità.

Un libro forte, che denuncia e racconta situazioni che moltissime donne vivono, eppure sei riuscita a farlo dando speranza, mantenendo come punto fondamentale l’amore. Il tuo quindi è un modo per dire: non arrendetevi, potete farcela?

Sì esatto. Trovo che spesso in amore si arriva a concedere tutto di sé, anche la dignità personale. Ed è proprio in quel momento che spesso si finisce per non essere più un essere umano da rispettare, ma solo un oggetto di proprietà senza un anima, di cui fare e disfare a piacimento. Volevo che il lettore vedesse la soluzione, una nuova chiave non solo di lettura, ma di reazione, proprio attraverso l’aiuto di un uomo sconosciuto.

Qual è stata la parte più emozionante mentre scrivevi il tuo libro?

Veramente per me le parti più emozionanti sono due, la prima è proprio nel mio descrivere minuziosamente le riflessioni che può fare una donna durante il pestaggio di un uomo che ama e con il quale aveva iniziato a costruire solide fondamenta per il futuro. Il secondo è quando si può incontrare qualcuno che ti ama con tutti i tuoi ieri, con le paure dei tuoi oggi e con il coraggio di regalarti i tuoi domani più sereni.

Quanto c’è di te in questo romanzo? (non voglio sapere se è una storia vera.)

Questo romanzo è frutto di riflessioni, per cui non è una storia vera o almeno non è la mia, ma sicuramente è la storia di molte donne nel mondo. Di me c’è tutto il lato femminile e la solidarietà che ogni donna dovrebbe avere verso un'altra in difficoltà. Sono del parere che quanto accade ancora oggi alle soglie del 2017, sia frutto dell’indifferenza e omertà che uccide più di un qualsiasi colpo di mano o di arma da fuoco.

Perché leggere "Un battito negli abissi"?


Il mio libro per me ha lo stesso sapore che si prova nel bere un bicchiere di acqua fresca in un giorno accaldato. Può essere una bevanda semplice, ma al tempo stesso rinfresca

portando sollievo e serenità. Per me "Un battito negli abissi" è un grido silenzioso di ogni donna che non può o non trova la forza di denunciare; è il riscatto di alcuni

uomini che dimostrano di non essere tutti uguali; è la narrazione semplice di un sentimento costruito su valori veri e profondi, come radici nell’animo umano, alimentandone l’albero dell’amore.


Grazie Antonella per aver deciso di pubblicare con La strada per Babilonia edizioni.

Grazie a voi per questa possibilità.



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